Lo studio della mano e' un'arte molto antica.
Secondo Plinio la chiromanzia risale a Zoroastro.
Essa era conosciuta e praticata diversi secoli prima di Cristo in Egitto, Caldea, Cina, ecc.
Si suole oggi dividere la chiromanzia, che e' l'arte di predire il futuro dall'osservazione delle linee della mano, dalla chirologia che delinea le caratteristiche psicologiche dell'individuo espresse dalla morfologia palmare.
Ogni individuo ha disegnate sulle proprie mani un certo numero di linee.
Nessuno ha una mano, nella complessita' e sistemazione dei suoi disegni, uguale a quella di un'altra persona.
Quest'arte fu iniziata dal filosofo greco Anassagora (499-428 a. C.).
I medici sono propensi a credere che i dermatoglifi dei palmi delle mani sono del tutto casuali.
Lo scienziato Lyall Watson, a tal proposito, scrisse: "Dev'esserci comunque qualche altro principio che governa la loro forma esatta e l'apparenza continuamente mutevole delle rughe piu' piccole" (Watson L., Supernatura, BUR, Milano 1981).
Piu' oltre Watson narra: "C'e' un drammatico resoconto di un imbianchino che cadde da una grande altezza e soffri' di una forte commozione cerebrale, rimanendo incosciente per due settimane... in queste condizioni tutte le pieghe della sua mano scomparvero come se fossero state cancellate con una spugna; e in seguito, quando riprese conoscenza, le linee riapparvero gradualmente. (...)
La struttura esatta delle impronte palmari, come quella del battito cardiaco o del campo vitale, sembra dipendere dal mantenimento di segnali provenienti dal cervello, in quanto le linee della mano incominciano a spezzarsi quando gli impulsi cessano, al momento della morte" (Ibid.).
Diverse ricerche, condotte da medici esperti e senza sciocchi paraocchi, hanno provato la relazione tra certi particolari segni della mano e determinate patologie. Un recente studio in Inghilterra, che consisteva nell'esaminare la mano di persone morte violentemente, ha confermato certe supposizioni chiromantiche, tra cui, la linea della vita improvvisamente spezzata.
Nel 1967, in Giappone, alcuni medici studiarono un gran numero di malati e raccolsero duecentomila impronte palmari.
La loro conclusione fu che vi erano evidenti correlazioni tra le linee palmari e le malattie di cui soffrivano queste persone.
Lyall Watson sostiene che questi dottori giapponesi: "sono in grado di dire, con una occhiata al palmo, se un paziente e' affetto, o e' stato affetto recentemente, da malattie organiche come la deficienza tiroidea, la deformazione spinale, e le disfunzioni del fegato e dei reni. Essi affermano inoltre che e' possibile predire con un alto grado di accuratezza se un particolare paziente ha probabilita' di contrarre malattie infettive come la tubercolosi e forse anche il cancro" (Ibid.).
Uno scritto, similmente al palmo della mano e al tema natale individuale, costituisce anch'esso un unico e completo universo personale interagente col tutto. Non esistono al mondo due persone la cui scrittura e' uguale come non esistono individui identici. Ogni produzione scrittore ha un'impronta di unicita', che e' chiamata "aura" ed e' osservabile anche da chi non ha mai studiato la psicologia della scrittura e spesso basta a far avvertire delle sensazioni (simpatia, antipatia, ecc., inconsce) verso l'autore dello scritto.
Max Pulver, del resto, ammetteva che il significato psicologico delle lettere tracciate e' frequentemente percepito da individui molto sensibili.
L'analisi grafologica, integrata con lo studio della mano e del tema oroscopico individuale, offre una pluralita' di informazioni che consentono di percepire l'essenza unica dell'individuo.
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