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Introdurre e tentare di spiegare con parole il termine “meditazione” può risultare fuorviante ed è altamente difficile.
Tenterò di limitare il mio breve excursus iniziale basandomi esclusivamente sull’esperienza personale.
La meditazione è in sostanza il “saper vivere pienamente il momento presente osservandosi in completo silenzio mentale e in completa apertura al tutto”.
Chiunque legga questa definizione dirà “Facile”.
In realtà all’inizio è una delle cose più difficili da fare.
Il mio consiglio è di riflettere profondamente su questa prima frase.
Provate a sedervi per un attimo e rilassatevi.
Riuscite a osservare voi stessi mentre lo fate senza far emergere nessun pensiero nella vostra mente e rimanendo in quel “silenzio”?
Domandatevi osservandovi : “ sono davvero in grado di rimanere aperto a tutto e tutti senza “paura”?
Vediamo di rispondere immediatamente alle prime due domande che sorgono nel cosiddetto ricercatore.
Domanda 1: “ a cosa serve la meditazione?”
Risposta: la meditazione può servire ad ampliare la coscienza e a scoprire ed espandere le potenzialità della propria mente.
Ma può anche non servire assolutamente a nulla.
Dipende tutto dall’approccio della persona.
Domanda 2: “ a che scopo meditare?”
Non esiste uno scopo di per se.
Meditare alla fine è anche riuscire ad “agire senza essere concentrati sullo scopo ma immersi completamente in ciò che si sta facendo”.
Ma quantomeno inizialmente la nostra mente è abituata da sempre ad agire “per scopo” quindi se volete uno scopo è “vivere in pace e armonia con voi stessi”.
Se avete fatto l’esercizio sopra proposto, vi sarete accorti di un particolare.
Che osservarsi in silenzio mentale almeno inizialmente è assai difficile e che rimanere davvero “aperti” alle infinite possibilità dell’universo senza paura è cosa ancora più difficile.
Questo perché la nostra mente è tutto fuorché “meditativa” ma sostanzialmente “confusa” e dispersiva soprattutto in situazioni ove sottoposta a stress esterni ma soprattutto interni.
Inoltre è fondamentalmente “chiusa” e invorticata su se stessa.
Da quanto ho potuto comprendere nella mia esperienza, noi siamo fondamentalmente “pace e armonia” e aneliamo a ricreare questo stesso “status” interiore all’esterno di noi.
Questo stato di “pace e armonia” purtroppo non è “costante” nella nostra vita e, crescendo, lo dimentichiamo confondendolo con centomila altre cose (illusioni).
I primi shock che subiamo nell’infanzia ci portano a “fuggire” dalla realtà vissuta, “fissando” immagini negative nel nostro cervello (simili a loop) che continuamo a rivivere in situazioni similari.
Tentiamo di riprenderli aggrappandoci a determinate situazioni ma in realtà è proprio questo non saper osservare la situazione a renderci dipendenti da esse.
Provate come inizio a osservare la vostra vita e le situazioni da voi vissute sia a livello esteriore ma soprattutto dal punto di vista interiore.
La meditazione è uno status vivendi “costante” di pace e armonia.
La meditazione come “tecnica” è sostanzialmente un qualcosa che rimanda a quello status vivendi.
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